Mediazione Familiare

Il groviglio (della matassa) può cominciare a sbrigliarsi se i nodi vengono sciolti dolcemente, mentre tirando non si fa che stringerli.

(Hanno Coppel)

Cos’è la Mediazione Familiare?

La Mediazione familiare è nata e si svolge principalmente in contesti legati alla separazione e al divorzio.

È un intervento finalizzato a sostenere la coppia nell’affrontare la riorganizzazione delle relazioni familiari e le difficoltà del ruolo genitoriale. In tale ambito, la mediazione costituisce un percorso alternativo alle procedure legali tradizionali, dove la coppia, attraverso l’aiuto di un terzo neutrale, ovvero il Mediatore, ha la possibilità di realizzare un progetto di “ri-organizzazione” familiare sia sugli aspetti relazionali sia su quelli pratici, nel pieno rispetto dei bisogni di ogni membro della famiglia ma soprattutto dei figli….

Il Mediatore, neutrale – imparziale – professionalmente formato, ha l’obiettivo di promuovere e facilitare l’autonoma negoziazione tra le parti per agevolare il raggiungimento di accordi condivisi e durevoli. La coppia pur non essendo coppia coniugale, continua ad esistere e ad essere presente come coppia genitoriale nell’interesse e per il benessere dei figli.

La principale finalità del processo di mediazione è promuovere la relazione genitoriale oltre la rottura delle relazioni di coppia, rendendo la coppia protagonista responsabile di un processo decisionale interattivo, idoneo a ri-negoziare le relazioni. I genitori sono chiamati a collaborare trovando soluzioni realistiche compatibili con le esigenze di entrambi sulle principali questioni inerenti la gestione, la cura, l’educazione dei figli, il loro mantenimento e, altro punto di discussione, la divisione dei beni.

Si trascende così la logica del conflitto, le parti sono invitate al dialogo, sono chiamati a responsabilizzarsi rispetto alle scelte, alle decisioni, agli accordi presi nell’interesse loro e soprattutto dei figli, garantendo agli stessi relazioni personali e contatti diretti con entrambi i genitori

Si giunge alla realizzazione di un “contratto”, un progetto non imposto ma negoziato, scelto dai partecipanti. Un accordo così definito aumenta la possibilità di essere mantenuto nel tempo, con la consapevolezza che è possibile separarsi bene e superare la crisi in modo positivo perché proiettati verso il futuro, verso il possibile.

A chi si rivolge?

  • alle coppie e ai genitori in via di separazione o divorzio che vogliono affrontare gli aspetti legati alla riorganizzazione dell’assetto familiare, con particolare attenzione al bisogno dei figli;
  • alle coppie separate o divorziate che intendono rivedere gli accordi presi in precedenza, in modo non conflittuale;
  • a coloro che vivono un momento di difficoltà relazionale e che desiderano riattivare il dialogo fra loro, con i figli o con le istituzioni.

Punti di forza della mediazione familiare

  • la mediazione è un intervento circoscritto su obiettivi pre-definiti;
  • ha una durata limitata nel tempo (10/12 incontri);
  • prevede la presenza di entrambe le parti, quindi è congiunta;
  • le parti elaborano in prima persona gli accordi, lavorando sul presente verso un obiettivo comune;
  • aiuta a ridurre la conflittualità, crea un nuovo equilibrio e migliora la comunicazione tra le parti;
  • si raggiungono soluzioni più eque, condivise e quindi più rispettate nel tempo;
  • favorisce e valorizza la genitorialità, ponendo al centro i bisogni dei figli;
  • i costi sono contenuti.

Obiettivi della mediazione

  • ridurre il conflitto;
  • facilitare la comunicazione;
  • identificare e chiarire l’oggetto del litigio;
  • trovare accordi condivisi e adeguati alla situazione familiare;
  • arrivare ad un’intesa relativa alle questioni discusse.

Il processo di Mediazione Familiare prevede che…

  • durante gli incontri ogni azione legale o procedimento giudiziario sia sospeso;
  • durante il colloquio si stabilisca e sia mantenuto un clima di cooperazione, si sia disponibili all’ascolto, siano esposti con chiarezza i bisogni di ciascuna delle parti;
  • ognuno dei presenti si impegni a fornire tutte le informazioni necessarie in ambito finanziario, senza divulgare quelle ricevute;
  • i genitori si impegnino a salvaguardare il benessere dei figli, i loro bisogni e le loro aspettative rispetto alla presenza di entrambi nel loro percorso di crescita e di “ri-costruzione” della vita familiare.

Chi è il Mediatore familiare?

Il Mediatore Familiare non è un legale, la sua formazione gli impone di aver preso familiarità con i vari aspetti della normativa che si occupa di separazione e divorzio ma non entra nel merito di essa, sorveglia che la Legge venga rispettata, che i diritti degli ex coniugi e soprattutto dei figli siano garantiti, ne tutela i contenuti.

Tutta la parte legale è nelle mani dell’Avvocato mentre il Mediatore si occupa di offrire alla coppia uno spazio dove ridefinire le relazioni, un ambiente confidenziale dove parlare senza scontrarsi negando l’altro, un luogo riservato dove entrambi decidono consapevolmente e responsabilmente del proprio futuro.

Il Mediatore Familiare non è un consulente familiare né un terapeuta ma la sua formazione lo porta a favorire ed a sostenere il sentimento di autostima delle persone che ha di fronte con l’obiettivo di sviluppare e di promuovere le risorse dei partner coinvolti. Sono loro come genitori i “precursori” di una nuova possibilità di vivere la separazione con il fine principale e prioritario di rispettare i diritti dei figli.

Pur essendo il confine tra mediazione e psicoterapia molto sottile, occorre tener ben presente che la mediazione non è terapia.

Il Mediatore è dunque:

  • un professionista formato nella gestione dei conflitti;
  • terzo imparziale e non giudicante;
  • sostiene le parti nella riapertura di un canale di comunicazione e solo successivamente le guida nell’individuazione di accordi concreti (affidamento e mantenimento dei figli, casa coniugale, comunicazione della separazione al nucleo familiare, continuità genitoriale, divisione dei beni, ed altro).
Il Mediatore Familiare garantisce il segreto professionale ed in virtù di ciò non può essere chiamato a testimoniare in Tribunale.